Riparazione di fistola vescico-vaginale mediante lembo di tessuto adiposo labiale: note di tecnica

Roberto Migliari1, Andrea Buffardi1, Patrizia Gamba1, Hassan Ghabin1
  • 1 A.O. Ordine Mauriziano Ospedale "Umberto I", S.C. Urologia (Torino)

Abstract

Il trattamento delle fistole vescico-vaginali è un problema sul quale gli urologi si sono confrontati per molto tempo. Le fistole ostetriche sono sparite del tutto nei paesi evoluti e sono state sostituite principalmente dalle lesioni traumatiche dopo chirurgia ginecologica benigna, chirurgia oncologica pelvica o per lesioni post-radioterapia. La valutazione preoperatoria delle lesioni deve essere fatta accuratamente per confermare la presenza della fistola, i suoi rapporti rispetto alla vagina, alla vescica ed ai meati ureterali. Infine, bisogna verificare sistematicamente l'assenza di una fistola uretero-vaginale consensuale (10% dei casi), poiché ciò modifica totalmente l'approccio e la tecnica terapeutica. Due tipi di approccio chirurgico vengono abitualmente utilizzati: quello transvaginale e quello transaddominale. La scelta dell'uno o dell'altro dipende dalle caratteristiche della fistola ed in ultima analisi dal chirurgo, che sceglie l'approccio in funzione della sua esperienza.
Nel presente video mostriamo i passaggi salienti dell'approccio transvaginale, tecnica abitualmente impiegata presso il Nostro Istituto. Previa conferma endoscopica (a mezzo di cistoscopia) della fistola, essa viene progressivamente isolata ed escissa per via transvaginale. Al termine viene mobilizzato un lembo di tessuto adiposo labiale (irrorato dal ramo perineale profondo dell'arteria pudenda esterna) e, dopo tunnelizzazione, il lembo viene portato in sede di fistola ed infine suturato.

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